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I tre porcellini

I tre porcellini

Three Little Pigs“, o “I tre porcellini”, è un famoso cortometraggio del 1933 prodotto dalla Walt Disney e racconta una simpatica storia che vogliamo attualizzare e condividere a 84 anni di distanza dalla sua presentazione al pubblico.

I protagonisti sono 3 giovani studenti di architettura di nome Timmy, Tommy e Jimmy impegnati in un difficile laboratorio di tesi per  il quale dovranno progettare e autocostruire un modulo abitativo di nuova generazione, basato sulle tecnologie e sulle competenze che hanno acquisito durante l’intero percorso universitario.

Grazie al loro tutor, l’inflessibile Prof. Ing. Ezechiele, titolare della cattedra di scienze delle costruzioni al Politecnico di Milano, sono riusciti ad ottenere l’autorizzazione per l’utilizzo di un’area dismessa nelle vicinanze del Campus Bovisa e, tramite il patrocinio del comune di Milano, ad ottenere una licenza speciale per l’edificazione di costruzioni sperimentali (esente da vincoli paesaggistici e oneri di urbanizzazione); sono anche riusciti a trovare uno sponsor che fornirà tutti i materiali necessari alla costruzione del loro progetto di tesi.

Timmy è nato e cresciuto nelle campagne di Brescello ed è uno studente esuberante che nei 12 mesi di Erasmus trascorsi in Madagascar ha appreso le più complesse tecniche di intreccio dei rami e delle foglie di palma; in aereo, durante il  viaggio di ritorno, preoccupato per l’incontro con il suo tutor, è riuscito a leggere qualche pagina dell'”Essai sur l’architecture” dell’abate Laugier intuendo che l’archetipo della capanna primitiva sarebbe stato il filo conduttore della sua tesi di laurea.

Tommy è originario di Bolzano ed ha sempre mantenuto un legame speciale con la sua terra di origine; durante gli studi ha più volte manifestato una grande passione per la lavorazione del legno, con il quale riusciva a realizzare modelli in miniatura molto complessi; il suo appartamento di Milano è stato arredato direttamente dal giovane con mobili originali Ikea, modificati e personalizzati sul posto con pantografie ed incisioni degne del Maestro Andrea Fantoni. Lo zio di Tommy è proprietario di una segheria ad Ortisei e, nelle estati passate al fresco delle sue vallate, il giovane ha potuto apprendere le più raffinate tecniche di assemblaggio delle travi in legno lamellare.  Durante una serata in un maso ha conosciuto Gwendolin, sua attuale compagna, ma questa è un’altra storia. Tommy, nonostante abiti a Milano da 5 anni, conserva ancora un delizioso accento tedesco.

Jimmy vive a Bergamo. Basterebbe questo per farci capire la natura di questo baldo laureando, ma qualche dettaglio è opportuno raccontarlo. Il papà di Jimmy è un muratore ed al figlio ha trasmesso la passione per la cazzuola e per il badile, oltre a qualche espressione dialettale: spesso il giovane, senza accorgersene e senza particolare motivo, utilizza il termine “pota” di cui però si ignora il significato. Jimmy è un ottimo studente, un perfetto ed instancabile gregario per affrontare ore e ore di progettazione notturna. Come Tommy, ha passato le sue estati lavorando nell’attività di famiglia; a differenza del compagno, ha vissuto l’esperienza diretta del cantiere, dove era addetto al riempimento della betoniera. Studiare i testi di Vitruvio e scoprire le metodologie per tessere una muratura e per realizzare una malta idraulica ha reso Jimmy molto sensibile nei confronti dei materiali da utilizzare per lo sviluppo del suo progetto di tesi.

Jimmy sviluppa quindi il progetto di un’abitazione monofamiliare, con tetto a due falde, come quelle che ha costruito durante le calde estati in compagnia del padre. Apporta ovviamente delle modifiche, ottimizzando l’esposizione solare (durante il corso di tecnologie costruttive è rimasto molto colpito da quanto possano incidere sul bilancio energetico delle corrette scelte di sfruttamento passivo delle condizioni esterne, per quanto riguarda il riscaldamento invernale, il raffrescamento estivo e l’illuminazione interna) ed analizzando in modo dettagliato costi/benefici di ogni elemento costruttivo. Decide di non affidarsi ad un’impiantistica troppo sofisticata, la sua casa non deve essere una macchina. Cura le forme e gli spazi interni ed esterni per garantire la massima abitabilità della sua abitazione. Integra materiali tradizionali e di nuova generazione, crea una struttura solida perché una volta costruita la sua casa possa resistere e durare nel tempo.

Inizia velocemente i lavori di costruzione, sa che il meteo sarà fondamentale e che potrà apportare modifiche al suo progetto anche in cantiere se qualcosa andrà variato. Ha 6 mesi a disposizione e sa che dovrà lavorare costantemente senza soste per stare nei tempi previsti.

Tommy ha in mente una soluzione differente: la sua progettazione sarà più dettagliata e il grosso del lavoro si svolgerà non sul campo, ma in azienda: farà preparare dei moduli che dovranno solo essere assemblati una volta giunti sul posto. A lui non interessa molto l’orientamento della sua abitazione: grazie ai sofisticati impianti potrà controllare a suo piacimento il clima interno del modulo abitativo, pensato per consumare la minor energia possibile. Realizzerà la struttura completamente in legno prelevato dai boschi del Sudtirolo, per ottenere un risultato di grande qualità.

Inizia subito a progettare i disegni esecutivi che serviranno all’azienda per la produzione prefabbricata e dovrà solo preoccuparsi di organizzare il cantiere per il mese precedente la consegna del lavoro finito.

Timmy non è per nulla preoccupato dalla progettazione e dalle tempistiche. Ha già fatto preparare dalle sue campagne un grande quantitativo di paglia per la realizzazione di un involucro 100% BIO; quando il materiale sarà pronto, penserà a come dargli forma ed a assemblarlo. Il modulo abitativo deve resistere giusto il tempo della valutazione da parte degli esaminatori, per cui farà in modo che per il giorno dell’esame il suo progetto sia perfettamente costruito. Nel frattempo è l’ora dell’happy hour alla festa di agraria in città studi, lui non può mancare!

Sono passati 6 mesi ed è finalmente arrivato il giorno dell’esame.

Il Prof. Ezechiele vuole sostenere direttamente delle prove, avvalendosi di sofisticate attrezzature prese in prestito dal C.N.R. I 3 studenti ammirano soddisfatti le loro realizzazioni e attendono con impazienza gli esiti dei test.

La prima prova consiste nella simulazione di una forte raffica di vento: un maxi ventilatore viene posto ad una distanza di 10 metri dai moduli abitativi.

E’ il turno di Timmy: la sua casa di paglia viene completamente spazzata via dalla corrente d’aria.

Tocca al progetto di Tommy: inizialmente resiste, ma dopo pochi minuti i rivestimenti esterni iniziano a cedere ed il vento distrugge il modulo abitativo in legno.

Il terzo tentativo viene effettuato sulla casa in muratura di Jimmy, che resiste senza alcuno sforzo alla prova.

Quell’anno l’unico studente che riuscì a superare il laboratorio di tesi fu Jimmy, il bergamasco.

Gli altri due studenti decisero quindi di avvalersi del metodo di Jimmy, personalizzandolo ma senza snaturarlo e l’anno successivo superarono brillantemente i test del Prof. Ezechiele.

Vissero tutti felici e contenti, nelle loro case tradizionali: non di paglia, non di legno ma costruite con le migliori tecniche ed i migliori materiali a disposizione, sapientemente selezionati dagli architetti e montati in cantiere da abili muratori (bergamaschi!).

Fine

Note: il presente testo rappresenta solo uno spunto a riflettere sulle metodologie costruttive contemporanee, senza alcun riferimento reale a fatti, persone, cose.